Di sicuro il periodo della menopausa non gode di una buona reputazione: siamo abituate a vedere al massimo qualche scena tragi-comica in tv, con l'attrice che cerca di rinfrescarsi durante una vampata, o pubblicità miracolose di integratori contro l'aumento di peso.

Beh, come sempre la realtà è molto più complessa.
Il passaggio da "fertile" a "non più fertile" non avviene da un giorno all’altro: è un percorso, come tanti altri nella vita di una donna; l’inizio di questo percorso è definito "premenopausa":, ed è molto lungo, addirittura anni, ed è la vera e propria fase di passaggio.

La produzione di ormoni femminili inizia a calare ma non in maniera graduale e sistematica: in premenopausa i livelli possono avere molti sali-scendi tra un ciclo e l’altro,ma anche da un giorno all’altro o all’interno della stessa giornata, e i loro ritmi non corrispondono più a quelli del ciclo mestruale vero e proprio.

La premenopausa è il periodo concretamente più delicato per la donna, ben più della menopausa, perché è il momento in cui la fluttuazione ormonale è più ‘violenta’, e si avvertono tutti i sintomi che maggiormente vengono lamentati. Nella menopausa conclamata, in realtà, pur essendoci un assetto ormonale diverso a quello dell'età fertile, c'è al contempo anche stabilità negli ormoni: senza gli alti e bassi tipici del periodo precedente, tutti i sintomi più fastidiosi, in menopausa, vengono superati.

Vediamo i più problemi più comuni della fase di passaggio:
  • Vampate di calore: episodi in cui la temperatura cutanea aumenta a causa della vasodilatazione e c'è un aumento della sudorazione. Durante il giorno spesso provocano imbarazzo nella donna, mentre di notte finiscono per disturbare il sonno. Sono collegate a oscillazioni del centro del cervello che regola la termoregolazione, ma anche a fluttuazioni del cortisolo e ad una tendenza all’ipertensione.
  • Sbalzi d'umore: si tende ad avere una forte instabilità emotiva, accompagnata dal senso di smarrimento verso la nuova fase della vita cui si va incontro.
  • Aumento di peso: comincia a cambiare il metabolismo e gli esami del sangue cominciano a registrare un innalzamento dei valori di colesterolo (NB: in premenopausa è *fisiologico*, avere queste fluttuazioni, i veri e propri provvedimenti per contenere l'aumento di colesterolo vanno presi a menopausa conclamata). Allo stesso tempi si alzano anche i trigliceridi e tendenzialmente si va incontro a quella che viene chiamata "sindrome metabolica".

Questi cambiamenti devono essere visti non come una spada di Damocle che ci aspetta inesorabilmente compiuti i 45-50 anni, ma come un momento di passaggio che porta verso un nuovo assetto ormonale della donna. Tale nuovo assetto non dev'essere sottovalutato solo perché "è una cosa naturale" o perché "è una fase che tutte affrontano ad un certo punto della vita".
Premenopausa e menopausa non sono certo una malattia, però comportano un profondo disagio per la donna: ci si deve sentire accolte e orientate, con consigli, suggerimenti e, in generale, indicazioni sostanzialmente diverse da quelle dell'età fertile.

In tutto questo: che ruolo ha l'alimentazione?
Fondamentalmente ci si approccia ad un'alimentazione che mira a tenere sotto controllo i fattori di rischio (ipertensione e sindrome metabolica) e le fluttuazioni del cortisolo - il cui cambiamento di assetto riesce ad amplificare i sintomi.

In premenopausa si adotta una dieta ricca di fibre e vegetali (compresi anche i legumi se non ci sono problemi intestinali), ricca di grassi buoni da pesce, olio evo e frutta secca, con una rinnovata e grande attenzione al consumo di proteine.
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Si possono prendere provvedimenti specifici rispetto a quelli che sono i sintomi soggettivi, alla demineralizzazione ossea e al cortisolo, all’aumento di peso attraverso strategie alimentari specifiche ed efficaci, tra queste sicuramente c’è la dieta chetogenica, che va intrapresa dopo un’attenta anamnesi e valutazione dei pro e dei contro e con il supporto e la professionalità di esperti in materia.